incesto
Non c'è rapporto più intimo...
di ringo00
26.01.2020 |
22.929 |
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"I suoi movimenti, in prima goffi e timorosi, divennero via via più decisi, gli affondi più mirati, stava facendo come papà, ora capiva perché sembrava..."
*ATTENZIONE *QUESTO RACCONTO È UN'OPERA DI FANTASIA. OGNI RIFERIMENTO A PERSONE, FATTI O LUOGHI REALI È PURAMENTE CASUALEUna volta qualcuno mi ha detto che, a suo modo di vedere, i figli dovrebbero essere svezzati sessualmente dalle proprie madri. Inutile che storcete il naso: in fin dei conti, chi meglio di una madre conosce i propri figli?
Quanto sto per raccontare è uno di questi casi, avvenuto tempo fa...
Era una famiglia abbastanza chiusa, tradizionalista: padre, madre, e due figli maschi. L'uomo, Luigi, tipo burbero e taciturno, operaio meccanico quarantacinquenne, aveva sposato la moglie Anita venti anni prima, e dalla loro unione nacquero Mario, di quindici anni e Carlo, di tredici. Sembrava una famiglia come ce ne sono migliaia, ma nascondeva un intimo e incoffesabile segreto. La camera dei ragazzi e quella dei genitori erano confinanti, e i fratelli potevano benissimo sentire tutto ciò che capitava al di là del muro: ogni sospiro, ogni gemito, perfino i fievoli scricchiolii del materasso quando i genitori facevano sesso. Carlo, timido e introverso, quando iniziava a sentire simili rumori si copriva la testa col cuscino; ben diverso era Mario, ben più sveglio ed interessato alla cosa: in svariate occasioni premeva l'orecchio contro la parete per non farsi sfuggire nemmeno una nota dell'amplesso al di là. Una notte, Carlo fu destato dal fratello, che lo toccò sulla spalla, facendo cenno di tacere e seguirlo; assonnato, Carlo lo seguí nel corridoio, e Mario scivoló silenzioso come un Sioux fino alla porta socchiusa della camera matrimoniale, dove era in atto una scopata tra i ll padre e la madre. Facendo sempre cenno di non fare rumore, Mario invitò il fratello a sbirciare dallo spiraglio; Carlo era reticente, ma Mario insisteva e dovette cedere. I suoi occhi si spalancarono per ciò che vide: papà era tra le gambe di mamma, che era tutta nuda, e le infilava qualcosa tra le cosce... Sembrava un...
"Visto che roba?" sussurrò Mario. Carlo fece un cenno vago col capo; era rapito da quella visione: non aveva mai visto una donna nuda, prima di quel momento, ed era pure mamma! Il bianco delle cosce tenute allargate dalle mani paterne, il pelo pubico scuro come la notte, il ventre pallido, le abbondanti mammelle candide che avevano sfamato entrambi... Era troppo per lui, troppo...
"Voi due, lo so che siete lì" brontoló improvvisamente il padre. Mario soffocó una parolaccia, mentre Carlo rimase lì come pietrificato. Luigi si sfilò dalla moglie, avanzò verso la porta e la spalancó: "Dentro, avanti..."
I due ragazzi obbedirono, seguiti dal padre, che in quel lasso di tempo non aveva perso un centimetro della sua erezione; Carlo occhieggiava intimorito quel mostro, così abissalmente diverso dal suo. "Invece che starvene fuori a sbirciare e farvi le seghe, guardate e imparate..." proseguí Luigi. Come se nulla fosse, spalancó le cosce della consorte, e ai ragazzi si presentò lo spettacolo della sua fica aperta e fradicia; Anita guardava calma e serena i suoi figli mentre la osservavano con due occhi così, Mario in particolar modo.
"Aprite bene gli occhi, vi servirà un giorno" disse Luigi, e con un colpo secco reinfiló la sua mazza nella fica della moglie, che la accolse con un lungo gemito. Mario si fece vicino, ipnotizzato: la madre sorrideva dolcemente, guardando compiaciuta il bozzo sul suo inguine. Luigi pose le mani sulle gambe di Anita, dietro le ginocchia, spingendo le cosce in avanti, affondando sempre di più nella sua passera; dopo alcuni minuti di intensa sbattuta, luigi emise un verso rauco e Anita chiuse gli occhi, con un altro mugolio di godimento. Luigi sfilò il cazzo non ancora afflosciato e bagnato di broda e sborra; "Visto come si fa? Rammentatelo bene, marmocchi. E ora sparite, tornate in camera vostra..."
I ragazzi obbedirono, e una volta tornati nei loro letti, Carlo iniziò a pensare a quello che aveva appena visto: cosa stavano facendo i genitori? Perché papà gli aveva mostrato quella cosa? E soprattutto, perché mamma sembrava così felice che lui e Mario fossero lì a godersi lo spettacolo?
Pochi metri più in la, ecco un nuovo rumore, un altro cigolio di materasso: era Mario, che, girando le spalle al fratello, si stava certamente masturbando. Carlo strinse il cuscino più forte possibile intorno al capo, pregando che quella notte finisse presto.
Nei giorni seguenti, non sembrava essere successo nulla: Luigi era sempre burbero e ruvido, mamma sempre buona e dolce, la vita era tornata quella di sempre, come se non fosse accaduto nulla. Ma un pomeriggio, di ritorno da scuola, Carlo vide una cosa che cambio la sua vita per sempre: diretto in camera per posare lo zaino di scuola, passò dalla camera dei genitori, e sul letto, tutta nuda e a gambe oscenamente larghe, mamma era sdraiata sotto i lombi di Mario, anche lui tutto nudo, intento a fare la stessa cosa che avevano visto fare al padre. Carlo restó impalato in mezzo al corridoio, incapace di muoversi: il pisello di Mario entrava dentro mamma, e usciva per poi entrare, uscire ed entrare di nuovo, come un circolo infinito,e fu solo quando lo sguardo della madre incontrò il suo riuscì a trovare la forza di andarsene in camera e chiudersi dentro. Carlo crollò sul letto: era sconvolto, era molto peggio di quando aveva assistito all'amplesso del padre, stavolta si trattava di suo fratello e di sua madre! Sapeva che era sbagliato, sporco, contro natura, ma allora perché???
Rimase lì ad arrovelarsi a lungo, finché non sentí la voce di Anita chiamarlo. Seppur controvoglia, Carlo si recò dalla madre, e la trovò ancora svestita, Mario era sparito chissà dove. Anita non sembrava curarsi della propria completa nudità, e Carlo sentí qualcosa scorrergli dentro, come acqua bollente, una sensazione di formicolio al basso ventre, come se il suo pene si stesse allungando.
"Perché sei scappato prima, tesoro?" chiese lei.
Carlo attese per qualche secondo prima di rispondere: "Mi vergognavo, ecco..." mormorò. Guardava fisso per terra, non poteva (o non voleva?) fissare il corpo nudo di sua madre.
"Guardami, Carlo" disse lei. Carlo fece uno sforzo tremendo e infine riuscì a guardare: la mamma era a meno di due metri da lui, nuda e bellissima, tanto bella quasi da fare paura. Sorrideva, quel sorriso dolce e tutto particolare che solo le madri posseggono: "Amore mio, non serve essere imbarazzati, sono la tua mamma... È normale che madre e figli siano molto intimi..."
Mentre parlava, allargò le braccia per invitarlo ad andare da lei, e Carlo vide il sontuoso spettacolo del seno materno, così invitante, dalle areole scure e quasi perfettamente tonde, i capezzoli turgidi, poi il triangolo tra le gambe, che spiccava prepotente sul candore della pelle.
"Spogliati, dai, e vieni qui dalla mamma..."
Carlo obbedí, non era più padrone di se stesso, i vestiti volarono sul pavimento e in un batter d'occhio era tra le braccia di Anita, che lo cullava dolcemente. Gli porse il seno: "Come quando eri piccino..."
Carlo prese a succhiare forte la mammellona che gli veniva offerta, provando a tenere in bocca l'intera areola; mamma godeva soddisfatta, accarezzando la testa del suo piccolo. "Visto? Non c'è rapporto più intimo che quello tra mamma e figlio, tesoro"
Per alcuni lunghi, meravigliosi minuti, Carlo godette del seno della madre, poi questa si sdraió su un fianco, offrendosi completamente al figlio. Carlo si strinse forte a lei, che lo cinse tra le sue braccia, mentre lui strusciava la sua erezione in erba sul suo morbido ventre, poi tra le sue cosce, sul pelo scuro che gli solleticava il glande. Carlo si sentiva ubriaco di tutta quella emozione, come aveva potuto trovare oscena una cosa così meravigliosa?
Anita schiuse le gambe, e per la prima volta nella sua vita Carlo vide la fica di una donna in tutto il suo splendore, e in cuor suo fu estremamente felice che fosse quella della mamma. Anita pose una mano sul sedere del figlio e dolcemente lo guidò verso l'apertura del suo fiore; una volta violate le labbra, Carlo si sentí avvolto da un indescrivibile senso di calore, il suo giovane pene era finito dentro qualcosa di morbidissimo e caldo e si sentí di nuovo un formicolio ai testicoli, come quando si fa la pipì, ma diverso, una cosa nuova e misteriosa. La mamma gli sussurró all' orecchio "Adesso muoviti avanti e indietro, tesoro"
Lentamente, Carlo spinse dentro la fica della madre, gli sembrava di affondare in quell'anfratto, era troppo bello. I suoi movimenti, in prima goffi e timorosi, divennero via via più decisi, gli affondi più mirati, stava facendo come papà, ora capiva perché sembrava godere tanto a stare dentro a una donna. Anita assecondava i suoi movimenti, paziente e dolcemente, mugolando quieta; Carlo teneva la faccia sepolta tra seni della madre, anzi no, fra le tette: tette, tette, tette ( quanto suonava eccitante quella parola!), gli dava coraggio e al contempo lo faceva sentire protetto e al sicuro. La fica di mamma era bagnata, ogni affondo era accolto da un bel rumorino eccitante, ciack, ciack, ciack...
Anita lo baciava amorevolmente sul capo, sussurrando "Tesoro, siii... Bravo, amore mio... Amore di mamma...", parole dolci ed erotiche.
Quando Carlo raggiunse il suo limite, strinse forte le tette della madre con un urlo, accompagnato da una serie di bianchi fiotti di seme che si riversarono dentro di lei. Anita accolse ogni singola goccia, e una volta calmato ogni movimento di Carlo, gli sollevò delicatamente il mento e lo guardò negli occhi: "Tesoro, sei stato veramente bravissimo, davvero tanto..."Gli diede un bacio in fronte, lungo lungo. "D'ora in poi, quando ti sentirai le palline piene, vieni da me, e potrai sfogarti liberamente..."
Strinse nuovamente il figlio al seno: "Ricorda, tesoro, non c'è rapporto più forte ed intimo che quello tra mamma e figlio..."
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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